Scuola e lavoro: la preparazione degli emigranti alla partenza

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"Dei terrazzai e mosaicisti del Friuli nessuno, da noi, si è finora seriamente occupato: nessuna istituzione di cultura tecnica è sorta in un ambiente così adatto a profittare di una razionale e moderna istruzione professionale. Non lo Stato non la Provincia, non altro ente ha pensato di aprirvi una Scuola".

Nei primi anni Venti, nei paesi della Pedemontana del Friuli occidentale e nelle menti di uomini sagaci come Lodovico Zanini, autore del lavoro "Per i mosaicisti e terrazzai del Friuli", ma anche ma anche il Sindaco di Spilimbergo Ezio Cantarutti o il cav. Pietro Pellarin, matura l'idea di creare nella zona una scuola di mosaico.

Una scuola che, di fronte ad un così massiccio esodo di manodopera, a volte generica, rappresenti una garanzia di preparazione, che sia in grado di dare ai giovani un tipo di formazione rispondente a esigenze certe, a mercati di lavoro specifici.
La "Scuola di Musaico" che pensata per Sequals, nasce a Spilimbergo nel 1922, è sorretta dalla Società Umanitaria di Milano, che concorre alla fondazione con diecimila lire.

Dal 1921, il Commissario dell'Emigrazione, da parte sua organizza una numerosa serie di corsi per l'istruzione professionale degli emigranti: per muratori e cementisti a Montereale, Aviano, Tolmezzo, San Daniele, Sacile, Budoia, Sa Vito al Tagliamento e Travesio; per terrazzieri e mosaicisti a Maniago, Meduno, Fanna, Cavasso Nuovo, Travesio e Spilimbergo.

Con questa iniziativa il commissario e i Delegati provinciali dell'emigrazione miravano non soltanto all'insegnamento delle nozioni teoriche del mestiere, ma soprattutto a certificare l'idoneità al lavoro del potenziale emigrante.