Pionieri nelle campagne del Brasile e dell'Argentina

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Il forte movimento di emigrazione "stagionale" verso l'Europa Centrale e Orientale è fiancheggiato da un'emigrazione tendenzialmente definitiva che aspira, di regola, al possesso terriero e che, rispetto alla prima, si presenta in Friuli quantitativamente molto più contenuta.

È il caso, per esempio, degli ertani e dei cassanesi che attorno al 1880 si trasferiscono in Slavonia, a Plostina, ma anche dei villici di Mezzomonte di Polcenigo che negli stessi anni raggiungono Monte Belo nel Rio Grande do Sul (Brasile).

La scelta di emigrare però non è soltanto la risposta a un evidente e crescente squilibrio tra risorse locali e popolazioni, ma risponde piuttosto a strategie economiche meditate e ben ponderate che diversificano le fonti di reddito, allargano gli spazi di riferimento, costruiscono nicchie di relativo privilegio nelle città e nei mestieri in cui gli emigranti si erano conquistati posizioni di forza o di vantaggio. Il "gî pal Mont" rappresenta spesso una prova evidente di voler superare, con le proprie forze e le proprie braccia, una situazione esistenziale ritenuta sempre meno tollerabile.

Tra le cause più importanti che, nel triennio 1882 − 1884, concorrono all'emigrazione "propriamente detta", quasi tutti i sindaci della provincia di Udine (che allora comprendeva anche l'odierna provincia di Pordenone) indicano, di fatto, "il desiderio di miglior fortuna".

La seconda metà dell'Ottocento presenta quindi un quadro migratorio completamente modificato, fortemente condizionato dalla mondializzazione dell'economia.
All'interno di una stessa comunità i villici friulani definiscono consapevolmente mete migratorie diverse, prospettano progetti di vita alternativi che sono il risultato del confronto dialettico tra le diverse possibilità offerte.

Una scelta che è indubbiamente legata alle complesse reti parentali e paesane che questi riescono a delineare, ma anche ai modi di reclutamento e alla propaganda migratoria che prevalgono all'interno di una comunità.